
Nel film iconico del 1993, Ricomincio da capo (Groundhog Day), la storia si svolge all'inizio di febbraio, precisamente il 02/02. Il protagonista si ritrova a rivivere sempre lo stesso giorno, all’infinito. All’inizio è incuriosito da questo strano fenomeno, ma con il tempo sprofonda nella frustrazione e nell’esaurimento. Qualunque cosa faccia, niente gli porta i risultati sperati, e ogni mattina si risveglia con la schiacciante consapevolezza che tutto si ripeterà esattamente nello stesso modo. E anche se questa commedia può sembrare leggera e divertente in superficie, in realtà, se la guardiamo dalla giusta prospettiva, riflette qualcosa che molti di noi sperimentano nella propria vita. Se hai mai avuto la sensazione di essere bloccato nel tuo Ricomincio da capo personale, intrappolato in un ciclo da cui non riesci a uscire, allora questo testo è per te.
(Nota: questo testo farà riferimento a Ricomincio da capo per spiegare alcuni concetti, quindi contiene spoiler! Se non hai ancora visto il film, ti consiglio di guardarlo prima di continuare a leggere.)
Tutti abbiamo delle ambizioni, grandi o piccole. Molti di noi approfittano dell’inizio di un nuovo anno per fissare buoni propositi che dovrebbero avvicinarci ai nostri obiettivi. Ma spesso questo diventa solo una scusa: creiamo le cosiddette "condizioni perfette" per agire, dandoci così un motivo per rimandare l’inizio. Vogliamo cambiare, ma qualcosa dentro di noi ci frena e ci impedisce di fare progressi concreti.
La vita che conduciamo ci è familiare, e questa familiarità genera una falsa sensazione di comfort e sicurezza. Gli esseri umani si adattano rapidamente alle loro circostanze, qualunque esse siano, e uscire dalla propria zona di comfort—dove ormai ci siamo sistemati—può sembrare spaventoso. Soprattutto quando non sappiamo cosa ci aspetta o se i nostri sforzi saranno davvero ripagati. Così, nella maggior parte dei casi, scegliamo di non fare nulla.

Phil: Cosa faresti se fossi bloccato in un posto e ogni giorno fosse esattamente lo stesso, e niente di ciò che fai avesse importanza?
Ralph: Questo riassume la mia situazione.
Non importa se decidiamo di iniziare un nuovo percorso di vita a Capodanno o se ci diciamo: "Comincio lunedì". L’effetto è lo stesso: per un attimo ci sentiamo meglio, perché abbiamo l’intenzione di fare qualcosa. Questo da solo allevia il senso di colpa per non aver ancora iniziato. Ci sono anche quelli che iniziano con coraggio, determinati a raggiungere un obiettivo, ma che alla fine ricadono nelle vecchie abitudini. Proprio come Phil, il protagonista di Ricomincio da capo: o continuiamo a ripetere sempre gli stessi schemi, oppure cerchiamo di cambiare e di affrontare nuove sfide, ma alla fine rimaniamo bloccati perché, nel profondo, siamo sempre gli stessi.

Rita: Forse non è una maledizione. Dipende solo da come la vedi.
Le parole "devo" e "voglio" fanno una grande differenza nel modo in cui affrontiamo le cose. Certo, per alcuni il senso del dovere e l’autodisciplina funzionano: si pongono degli obiettivi con la mentalità del "Devo farlo". Ma nella maggior parte dei casi, questo porta solo a frustrazione o a una resistenza inconscia. Prova invece a formulare i tuoi obiettivi con un "Voglio", che esprime un’intenzione anziché un obbligo. Quando passiamo all’azione, non dovremmo concentrarci sul costringerci a farlo—perché più ci forziamo, più creiamo resistenza. E questo non farà altro che allontanarci da ciò che vogliamo davvero raggiungere.
La nostra mente desidera obiettivi chiari e misurabili, qualcosa che possiamo comodamente inserire in un foglio Excel. Ma l’intenzione è diversa. Riflette i nostri bisogni più profondi e ciò che vogliamo davvero fare. Quando ci poniamo degli obiettivi, spesso ci fissiamo sul risultato finale, e questo può farci sentire come se non stessimo avanzando abbastanza velocemente o, peggio, può farci sembrare l’obiettivo impossibile. "Non fa per me. Non sono abbastanza forte per affrontare tutto questo". Ti suona familiare? Con l’intenzione, invece, ci concentriamo sulla direzione che vogliamo prendere e su come vogliamo sentirci lungo il percorso.

Spero che tutto questo abbia senso. L’obiettivo non è lottare, forzare le cose o rendersi la vita più difficile. Il desiderio di cambiare dovrebbe nascere da una maggiore comprensione dei propri bisogni autentici e dalla definizione di un’intenzione che sia in linea con essi. Proprio come nel film: Phil è riuscito a rompere il ciclo solo quando ha messo ordine nei suoi pensieri e si è concentrato su ciò che voleva davvero fare, su quali bisogni voleva realmente soddisfare. All’inizio lo conosciamo come un uomo cinico e amareggiato, ma alla fine lo vediamo trasformarsi in una persona felice, che ha trovato sé stesso e ha iniziato a vivere secondo ciò che conta davvero per lui. Ed è proprio questo che auguro anche a te.
Ricorda le parole di Ned Ryerson a Phil: "Attento al primo passo, è un trabocchetto!" Hai già provato in passato e sei finito con un piede in una pozzanghera. Ora è il momento di imparare da quell’esperienza, cambiare prospettiva e finalmente superare il primo ostacolo che ti separa dalla realizzazione dei tuoi veri bisogni.
Allora, che ne dici? È ora di svegliarsi da questo torpore?
Comments